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OB – Il GDPR è stato annunciato con sufficiente anticipo per consentire a tutti di pianificare il futuro ed evitare così una rivoluzione. D’altro canto, però, il capitolo sulla gestione del consenso nell’ecosistema pubblicitario è stato molto più improvviso, e trovare soluzioni conformi in breve tempo ha richiesto molta più agilità. Introdurre un protocollo comune per tutte le parti interessate è stata un’iniziativa salvavita dell’IAB che ha permesso un’implementazione armoniosa e ben delineata. Tuttavia, rispetto alle scadenze dettate dal GDPR, il protocollo è arrivato un po’ in ritardo, costringendoci ad agire rapidamente e ad affidarci alla reattività e all’efficienza dei nostri partner TMS. In sostanza, è un po’ troppo presto per valutare l’impatto del consenso preventivo sull’ecosistema pubblicitario, ma è comunque una responsabilità in più per i Publisher, dato che siamo noi a doverlo raccogliere e a dover garantire la conformità…
OB – La prima sfida è organizzativa, perché bisogna spiegare a tutti (redazione, reparto vendite, risorse umane, personale tecnico) cosa implica il GDPR. L’intero apparato produttivo deve padroneggiare tutti gli obblighi del GDPR. La seconda sfida è posta proprio dalle dimensioni della nostra azienda: gestendo una ventina di siti e quasi ottanta applicazioni, abbiamo dovuto conformare al GDPR il nostro intero ecosistema digitale.
JG – Il fatto di poter contare su un unico TMS (Tag Management System) ci ha permesso di rendere tutti i nostri siti conformi al GDPR. Gestendo tutto da un’unica piattaforma siamo stati in grado di attivare i meccanismi necessari rapidamente e in larga scala, soprattutto perché con Commanders Act è piuttosto facile destreggiarsi tra i vari tipi di messaggi (banner, piè di pagina, ecc.). Senza questa agilità e la capacità di gestire il tutto con un unico strumento, il lavoro sarebbe stato sicuramente dieci volte più difficile.
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Il GDPR fa chiaramente parte di un’evoluzione normativa che è stata annunciata con largo anticipo, dandoci il tempo di studiare tutte le possibilità tecnologiche a nostra disposizione. Il problema è che siamo ancora intrappolati in una terra di nessuno con molte incognite, come ad esempio la direttiva ePrivacy che è in via di sviluppo. Inoltre, il Quadro dell’IAB per ora non sembra essere del tutto adatto a pratiche non pubblicitarie. Un esempio significativo: come interpretare gli “scopi” dell’IAB nell’ambito del GDPR? La risposta non è poi così ovvia.
La sfida è piuttosto semplice da riassumere: riuscire a ottenere il consenso in modo conforme al regolamento riducendo al minimo la perdita di introiti. Il lavoro che dobbiamo svolgere per farlo, però, non è affatto semplice. Dato l’elevato numero di tag utilizzati dai Publisher del settore dell’informazione come noi, un TMS (Tag Management System) è l’unica soluzione possibile.
Abbiamo appena adottato il TMS, quindi non abbiamo molta esperienza a riguardo. In ogni caso, ci è già chiaro che disporre di un’unica soluzione che integra le funzionalità di un TMS e quelle di una CMP (Consent Management Platform) semplifica enormemente la governance e la gestione dei tag.
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BD – Per noi, si tratta più che altro di un’evoluzione, di un movimento che ripulisce il mercato. Operando sia nel settore dell’informazione che in quello bancario, abbiamo chiaramente affrontato l’argomento di petto. Abbiamo iniziato a raccogliere il consenso sul nostro sito web senza attivare i cookie fino a quando non l’abbiamo ottenuto, e così non abbiamo subito perdite né di lettori né di dati. Detto questo, Boursorama è un tipo di news media particolare, con il 75% di traffico in diretta e una media di 7 pagine visualizzate per visita. Per il momento non ci sono stati grandi cambiamenti, ma vedremo cosa accadrà con l’ePrivacy.
BD – I progetti relativi a ID e log comuni attualmente allo studio rappresentano una fantastica opportunità di progresso nel nostro settore, ma penso che i cookie abbiano ancora lunga vita. Tuttavia, la direttiva ePrivacy, che rimane ancora poco chiara sia nella sostanza che nella forma, potrebbe mettere tutto questo in dubbio.
CB – Sì, il processo è rudimentale, ma si è dimostrato adatto alle realtà della tecnologia digitale e persino al GDPR. Lo dimostrano le landing page più orientate alle vendite che gestiamo: una corretta gestione dei cookie ci permette di rispettare il GDPR senza incidere notevolmente sul loro funzionamento. E soprattutto, per ora, non vediamo alternative all’orizzonte…
BD – Per noi, il vantaggio principale di TagCommander è che si tratta di una soluzione puramente tecnica e prettamente imparziale, mentre le altre piattaforme a volte fanno sia da giudice che da giuria. C’è anche un grande vantaggio dal punto di vista operativo, ossia che il TMS (Tag Management System) e la CMP (Consent Management Platform) sono integrati in un’unica soluzione.
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